La displasia del gomito

Introduzione

La displasia del gomito (ED dall’inglese Elbow Dysplasia) è una malattia scheletrica del periodo dell’accrescimento del cane caratterizzata dal conseguente sviluppo di artrosi.

Il termine displasia del gomito indica uno sviluppo anomalo dell’articolazione del gomito (Fig. 1) che comporta lo sviluppo di artrosi indipendentemente dal problema specifico che ha colpito il comparto articolare. Il termine ED, infatti, comprende alcune condizioni patologiche, che interessano diversi comparti dell’articolazione e che hanno come comune denominatore una forte componente ereditaria e lo sviluppo di artrosi, segno inequivocabile di sofferenza articolare e causa di dolore.

 

Le cause di displasia del gomito

Le principali lesioni primarie, causa di ED, sono: la frammentazione del processo coronoideo mediale dell’ulna (FCP dall’inglese Fragmented Coronoid Process), la incongruenza articolare (INC dall’inglese Incongruity), l’osteocondrite dissecante del comparto mediale del condilo omerale (OCD dal latino Osteocondritis dissecans) e la mancata unione del processo anconeo dell’ulna (UAP dall’inglese Ununited Anconeal Process) (Tab. 1). Le cause di queste patologie primarie non sono ancora state definitivamente chiarite ma sono chiamati in causa due fattori: l’osteocondrosi e la crescita asincrona di radio e ulna. L’osteocondrosi è una malattia in cui si ha una alterazione nel processo di ossificazione encondrale, vale a dire che a livello di cartilagine articolare, durante la crescita dell’osso, la cartilagine non si trasforma in osso in modo adeguato (Fig. 2). La crescita asincrona di radio e ulna, anche per un breve periodo dell’accrescimento del cucciolo, può alterare la distribuzione del carico del peso corporeo trasmesso dall’omero a livello articolare e quindi portare ad uno sviluppo anomalo del gomito stesso. Un ritardo di crescita dell’ulna rispetto al radio può favorire la mancata unione del processo anconeo per la pressione esercitata dal radio, maggiormente sviluppato, sul condilo omerale che si trasmette poi sullo stesso processo anconeo (Fig. 3). Viceversa, un ritardo di crescita del radio rispetto all’ulna può favorire la frammentazione del processo coronoideo per la concentrazione delle forze di carico dell’omero sullo stesso processo coronoideo (Fig. 4). Entrambe queste lesioni portano inevitabilmente ad instabilità e/o incongruenza articolare e successivamente ad artrosi.

 

Tabella 1

Patologie primitive causa di artrosi nella displasia del gomito
INC: Incongruenza articolare
FCP: Frammentazione del processo coronoideo mediale dell'ulna
UAP: Mancata unione del processo anconeo dell'ulna
OCD: Osteocondrite dissecante del comparto mediale del condilo omerale

 

Il controllo della malattia

Questa malattia è stata diagnosticata in oltre 70 razze canine di media e grossa taglia ed il terranova è una delle razze più colpite in assoluto con prevalenze che sfiorano anche il 30% dei soggetti in numerosi paesi del mondo (Tab. 2 e Fig. 5).

Nonostante la malattia si verifichi durante la crescita del cane, i soggetti colpiti ne possono pagare le conseguenze per tutta la vita essendo la malattia, nei casi più gravi, invalidante per la deambulazione. Numerosi studi hanno ormai dimostrato che la displasia del gomito è una patologia ereditaria, anche se le componenti ambientale, nutrizionale ed il rapido accrescimento possono giocare il loro ruolo nello sviluppo della patologia. Sfortunatamente la malattia è poligenica, ossia, non è il frutto dell’espressione di un unico gene, ma della sommatoria o della interazione di più componenti geniche. A tutt’oggi non sono stati ancora identificati i geni portatori di questa importante malattia e, quindi, l’unico modo di selezionare i cani per la riproduzione consiste nel controllarne il fenotipo (ciò che della malattia si rende manifesto), sulla scorta della convinzione che i soggetti sani siano portatori di pochi geni della malattia, che i soggetti subclinici siano portatori di un numero maggiore di geni della malattia e che i soggetti che zoppicano o che hanno zoppicato nel corso della loro vita siano i portatori del maggior numero di geni della displasia del gomito (Tab. 3). Da qui deriva l’importanza del controllo del maggior numero possibile di parenti e discendenti dei soggetti scelti per la riproduzione (Valore riproduttivo, dall’inglese Breeding Value). I cani che manifestano la malattia nel corso della loro vita, attraverso la zoppia, sono rappresentativi solo dell’apice di un iceberg, cioè solo una piccola percentuale dei cani affetti presenta i sintomi della patologia. Molti soggetti rimangono subclinici, quindi non presentano mai i segni clinici della displasia, sebbene sviluppino la malattia e la conseguente artrosi (Fig. 6). Questi ultimi devono essere identificati per la selezione alla riproduzione, attraverso specifici programmi di screening radiografici, perché, anche se non hanno mai zoppicato, hanno una probabilità di gran lunga maggiore di produrre discendenti ammalati (Tab. 3).

 

L’IEWG (International Elbow Working Group) e la FSA (Fondazione Salute Animale)

L’ IEWG (International Elbow Working Group) è un organismo Internazionale, composto da specialisti di tutto il mondo, che si occupa, dal 1989, di studiare le cause di questa malattia e di mettere a punto le strategie per diminuirne la prevalenza nelle diverse razze affette (sito Internet IEWG: http://www.vetmed.ucdavis.edu/iewg/iewg.htm). La FSA (Fondazione Salute Animale), seguendo le linee guida del protocollo di indagine dell’IEWG, organizza, in Italia, il controllo della displasia del gomito attraverso la sua centrale di lettura che è accreditata a livello Europeo (sito internet FSA: http://www.fsa-vet.org. email FSA: info@fsa-vet.org). Lo screening radiografico, meglio se eseguito su larga scala, può consentire la selezione di soggetti portatori di un basso numero di geni della ED.

 

La gradazione della displasia del gomito

La classificazione prevede 3 gradi di malattia (I, II e III) ed un grado di normalità (grado 0): maggiore è l’artrosi e maggiore sarà il grado di ED (Tab. 4). Il protocollo di indagine prevede che le radiografie ai gomiti vengano eseguite non prima del compimento del dodicesimo mese di vita senza limiti di età massima. Lo studio radiografico, da effettuarsi in narcosi, può essere eseguito nel Terranova al compimento del diciottesimo mese di vita, in concomitanza con lo screening per la displasia dell’anca. Lo studio radiografico per la displasia del gomito prevede l’esecuzione di almeno una radiografia in proiezione mediolaterale flessa a 45 gradi per ogni gomito (proiezione necessaria per evidenziare con precisione le alterazioni artrosiche in corrispondenza del processo anconeo dell’ulna) (Fig.7). Le radiografie vengono poi valutate indipendentemente da due lettori della Centrale di Lettura FSA per la gradazione ufficiale. Il grado finale di displasia del gomito del soggetto esaminato è dato dal massimo grado di displasia di entrambe i gomiti. Ciò significa che in caso di grado III° del gomito destro e di grado 0 del gomito a sinistro il cane viene giudicato come ED di grado III°. Il grado 0, con nessun segno di artrosi, è quello indicato per la riproduzione, ammessa, con cautela, anche per il grado I°, quello con l’artrosi più lieve. In quest’ultimo caso l’eventuale accoppiamento dovrebbe avvenire solo con un soggetto con artrosi di grado 0. I gradi II° e III°, con artrosi da significativa a grave, non sono invece mai indicati per la riproduzione (Tab. 4). Il risultato definitivo è accreditato a livello internazionale e ciò può consentire gli scambi dei migliori soggetti per la riproduzione con gli altri paesi.

 

La terapia della displasia del gomito

Nei casi di incongrueza articolare, FCP, UAP ed OCD, il trattamento chirurgico, eseguito precocemente (prima dell’instaurarsi del processo artrosico avanzato), può restituire la congruenza anatomica e rallentare o arrestare l’evoluzione della degenerazione artrosica. Per fare ciò è necessario eseguire degli screening clinici e radiografici precoci all’età di sei mesi e nella stessa occasione è possibile abbinare lo screening radiografico precoce per la displasia dell’anca. Spesso, poche settimane o pochi mesi di incongruenza possono portare l’artrosi a livelli tali da invalidare il successo di qualsiasi eventuale trattamento chirurgico; da qui deriva l’importanza della diagnosi precoce. Nei casi cronici, ossia nei casi in cui l’artrosi abbia già compromesso la funzionalità dell’articolazione del gomito, l’unica soluzione terapeutica rimane quella conservativa che prevede l’impiego di farmaci in grado di combattere l’infiammazione ed il dolore, il controllo del peso e dell’attività fisica in attesa che venga studiata e prodotta una protesi artificiale da applicare nei casi più gravi.

 

Conclusioni

La displasia del gomito costituisce un serio problema per la salute della razza Terranova e, pur rappresentando i soggetti affetti da artrosi grave solo l’apice dell’iceberg della malattia (Fig. 6), questi sono: portatori di una tara genetica fortemente ereditabile e gravemente invalidante, un grave disagio e dispiacere per i loro proprietari ed una forte preoccupazione e possibile oggetto di noiose controversie legali per i loro allevatori. Pertanto, la selezione di soggetti controllati e risultati negativi da tale patologia, risulta essere valorizzante ai fini selettivi e migliorativi di questa importante ed unica razza anche nell’ottica di effettuare scambi “genetici” con i paesi nord-europei che già da alcuni anni indirizzano la selezione genetica in tal senso.

Tabella 3

GenitoriPercentuale di discendenti colpiti da ED
Normale (grado 0) X Normale (grado 0)31 %
Normale (grado 0) X Leggera displasia (grado 1)43 %
Normale (grado 0) X Moderata displasia (grado II)48 %
Grave displasia (grado III) X Grave displasia (grado III)56 %

La tabella mette in evidenza come maggiore sia il grado di ereditabilità della malattia quando vengano accoppiati soggetti con gravità più alta di displasia del gomito.

 

Tabella 4

Grado di displasiaGravità della lesione artrosicaEntità artrosi (mm)Criteri di selezione
0Gomito normale0Ammesso
ILeggera artrosiMinore di 2 mmAncora ammesso
IIArtrosi moderataCompresa fra 2 e 5Non ammesso
IIIArtrosi graveMaggiore di 5 mmNon ammesso

Schema della gradazione della displasia del gomito secondo l’IEWG. Il gomito definito normale non deve presentare alcun segno di artrosi (semaforo verde per la riproduzione). I cani con almeno un gomito con displasia di grado I (artrosi con osteocondrofiti con altezza inferiore ai 2mm) sono ancora ammessi alla riproduzione (semaforo giallo per la riproduzione: il soggetto è ancora ammesso ma con cautela, da fare accoppiare preferibilmente con un soggetto normale o grado 0). I soggetti con almeno un gomito con displasia di grado II (osteocondrofiti di altezza compresa fra i 2 e i 5 mm) o di grado III (osteocondrofiti più alti di 5 mm) non dovrebbero essere ammessi alla riproduzione (semaforo rosso per la riproduzione).

 

Tabella 2

RAZZACani controllati% DisplasiciII°III°
Chow Chow13847.850.028.821.2
Rottweiler465441,772,922,74,4
Shar Pei8830.744.433.322.2
Bovaro del Bernese251030.559.926.014.1
Terranova119527.453.725.620.7
Pastore Tedesco1164620.568.222.19.7
Bullmastiff53618.161.923.714.4
Stratfordshire Terrier8117.371.47.121.4
Setter Inglese63817.272.724.52.7
Bloodhound22216.773.010.816.2
Springer Spaniel Inglese19216.177.416.16.5
Mastiff127215.759.025.515.5
Alaskan Malamute9415.340.040.020.0
Levriero Irlandese8814.869.223.17.7
Grande Bovaro Svizzero25613.774.322.92.9
Labrador Retriever872812.972.917.89.3
Pastore Belga Malinois19212.566.729.24.2
Golden Retriever255711.876.216.27.6
Setter Gordon15210.568.86.325.0

Da una indagine condotta dalla OFA (Orthopaedic Foundation for Animals) negli USA, il Terranova risulta essere, in ordine di prevalenza, la quinta razza colpita dalla displasia del gomito con il 30% circa di soggetti affetti su un totale di 1195 esaminati. I soggetti che manifestano artrosi da moderata a grave (II e III°) sono circa il 46% del totale dei positivi contro il 54% circa dei soggetti affetti da artrosi leggera (I°).

 

Fig.1

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Fig.2

2FIGURA 2 - JPEG

 

Fig.3

3FIGURA 3 - GIF

 

Fig.4

4FIGURA 4 - GIF

 

Fig.5

5Fig_5

 

Fig.6

6Fig_6

 

Fig.7

7Figura 7 - GIF

 

Fig.8

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Fig.9

9Figura 9 - JPEG